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Trieste Photo Days
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Francesco Cito – “Conflitti in Bianco & Nero” e “Sardegna” + Mythography


Francesco Cito - "Conflitti in Bianco & Nero" e "Sardegna" + Mythography
Accademia Scaglia
Via Rittmeyer 7/A - Trieste


venerdì 29 Ottobre 2021 - venerdì 19 Novembre 2021


Giorni e orari
sabato 30 e domenica 31 ottobre 2021: 10-21

Negli altri giorni:
dal lunedì al venerdì
Orari 10.00 -12.30 e 15.00 -18.00
Sabato e domenica visitabile su appuntamento


Un’incredibile doppia personale di Francesco Cito, uno dei migliori fotogiornalisti italiani, che da quarant’anni racconta i teatri di guerra di mezzo mondo (tra cui l’Afghanistan del 1980, la Guerra del Golfo nel 1990, l’Intifada del 1987 – 1993 e molti altri).

Conflitti in Bianco & Nero
“La guerra anche a raccontarla è un insieme di atrocità. La guerra porta in sé le brutture più miserevoli e spietate che l’uomo non coinvolto possa immaginare. Ciò che l’uomo comune, il viandante che percorre le strade della vita di tutti i giorni, il fortunato essere che non deve scontrarsi con questa atroce realtà, difficilmente riesce a immaginare o percepire cosa essa veramente rappresenta. Puoi aver visto mille documentari, aver letto centinaia di volumi e articoli, aver guardato a migliaia di fotografie, ma, tutta la documentazione possibile, mai riuscirà a trasmettere ciò che la guerra è ed esala. Della guerra raccontata, ciò che manca e non trasmissibile a chi la vede a distanza, è il puzzo, il fetore che impregna tutto quanto e ogni cosa. L’odore acre del fumo che si sprigiona delle cose che bruciano, quelle stesse costruite dalla mano dell’uomo; case, mezzi di locomozione, macchine da combattimento. E ancora; l’odore catramoso di cui era impregnata la fuliggine densa dei pozzi di petrolio, che a centinaia bruciavano in Kuwait durante la prima Guerra del Golfo, la quale penetrava nelle narici fino ad asfissiare i polmoni. Una fuliggine così fitta da oscurare il cielo a mezzogiorno come in una notte senza luna ne stelle. E ancora; il lezzo degli escrementi organici delle immondizie accatastate per giorni e giorni e che nessuno più rimuove. E ancora; il puzzo della gomma di copertoni bruciati, per creare barricate da ultima trincea invalicabile, negli scontri fra israeliani e palestinesi durante l’Intifada, o durante i sommovimenti di piazza, di guerre civili e scontri sociali. […]”


Sardegna
“La Sardegna, la seconda isola più grande del Mediterraneo, è una terra fatta di tramonti duri dominati da nuvole gonfie di pioggia e orizzonti lunghi e crepuscolari. Una terra di malinconia, di sentimenti profondi e nascosti, un popolo forgiato dal tempo e dalle avversità, dove il lavoro nei campi è ancora fatica biblica. Una regione molto diversa da quella più conosciuta in quella sorta di Disneyland che è la Costa Smeralda, un’isola su cui incombe una catastrofe antropologica, fatta di paesi che al suo interno si spopolano mentre l’urbanizzazione selvaggia avanza per soddisfare l’appetito degli speculatori, a causa all’ignoranza e all’insensibilità dei governanti di turno, dove la rara presenza dello Stato, è rappresentata da un carabiniere sullo sfondo di un corteo, nella terra che ha più pecore che persone e dove c’è ancora la cultura del cavallo più che la macchina.”


In mostra anche una selezione di foto tratte dal progetto editoriale Mythography, che vede Cito nei panni di superospite.


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