
Francesco Cito: incontro / con Andrea Holzherr e Alberto Prina

Via Armando Diaz, 27 - Trieste
domenica 31 Ottobre 2021
12.00
Incontro con il fotoreporter Francesco Cito, a dialogo con Andrea Holzherr, Alberto Prina e Angelo Cucchetto
Francesco Cito è nato a Napoli il 5 maggio 1949, si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia. Divenuto free-lance, inizia a collaborare con il Sunday Times, che gli dedica la prima copertina per il reportage “La Mattanza”.
Nel 1980 è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan occupato dell’Armata Rossa. Sue le foto dei primi soldati russi caduti in imboscate. Nel 1982-83 realizza a Napoli un reportage sulla camorra pubblicato dalle maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Dal 1983 al 1989 è sul fronte libanese come inviato di Epoca, unico foto-giornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano. Nel 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese nei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e della Striscia di Gaza. Segue tutte le fasi della prima “Intifada” (1987-1993) e della seconda (2000-2005). Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal “Il Venerdì” di Repubblica e ancora clandestinamente a seguito dei Mujahiddin per raccontare la ritirata sovietica. Nel 1990 è in Arabia Saudita nella prima Guerra del Golfo per seguire l’operazione Desert Storm e la liberazione del Kuwait. Nel 2002 è tra i pochi ad entrare nel campo profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l’assedio israeliano alle città palestinesi.
Nel 1995 il World Press Photo gli conferisce il terzo premio “Day in the Life” per il Neapolitan Wedding story e nel 1996 il primo premio per il Palio di Siena. Nel 1997 l’Istituto Abruzzese per la storia d’Italia contemporanea gli conferisce il premio “Città di Atri” per l’impegno del suo lavoro sulla Palestina, mentre nel 2001 il Leica Oskar Barnak Award lo segnala con una Menzione d’Onore per il reportage Sardegna. Nel 2006 l’associazioni FIAF gli conferisce il titolo di “Maestro della fotografia italiana” e nel 2009 riceve il premio “Antonio Russo” per il reportage di guerra. Nel 2013 vince il primo premio Canon-Mondadori.