Inaugurazione Muse Urbane: visioni del postmoderno – Giorgio Galimberti e Roberto Polillo
Palazzo Costanzi - Piazza Piccola 2 - Trieste
giovedì 26 Ottobre 2017
18.00 - 19.00
Inaugurazione ufficiale della mostra “Muse Urbane – Visioni del postmoderno” di Giorgio Galimberti & Roberto Polillo, alla presenza degli autori e delle autorità.
Nell’ambito della quarta edizione del festival della fotografia urbana Trieste Photo Days 2017, arriva per la prima volta in regione “Muse Urbane – Visioni del postmoderno”, una duplice e inedita mostra che racchiude i progetti “Tributo a Mitoraj” di Giorgio Galimberti e “Future & The City” di Roberto Polillo. Due artisti, due visioni e due percorsi espressivi differenti, un unico strumento dell’espressione artistica: la fotografia. E un unico soggetto: la città contemporanea.
“Tributo a Mitoraj” è un progetto fotografico che ripercorre la vicenda artistica del grande scultore polacco Igor Mitoraj attraverso i luoghi che ospitano le sue opere. Un progetto cominciato a Parigi nel febbraio del 2016, dove Giorgio Galimberti rimane affascinato dall’Icaro volante che si erge alla Défense e da altre opere disseminate nel capoluogo francese. Al suo ritorno in Italia, Galimberti (figlio d’arte del celebre fotografo Maurizio Galimberti) decide di mettersi sulle tracce dell’artista a Milano, Pompei, Agrigento e Pietrasanta. Galimberti ritrae le sculture di Mitoraj in un bianco e nero solenne, esaltandone l’autorevolezza e l’imponenza, restituendo immagini di una bellezza senza tempo.
“La mia è una fotografia istintiva” racconta Galimberti. “Fatta a mano libera perché mi piace prendere la macchina e scattare. Amo la poesia e l’emozione che il bianco e nero dona alle immagini, la sua estetica e il suo fascino.” Un’istintività tipica della street photography, che si sposa perfettamente con il tema del festival, “Urban Life – Le città si raccontano”.
“Future & The City” è un progetto dedicato alla città del futuro, attraverso il quale Roberto Polillo rintraccia nelle megalopoli di oggi i semi e i segni della città di domani. Una serie d’immagini di edifici scattate in alcune delle metropoli del mondo in più rapida trasformazione (New York, Miami, Città del Messico, Milano, Abu Dhabi, Dubai e Hong Kong), realizzate con tecnica ICM – Intentional Camera Movement – che prevede tempi lunghi di ripresa, il movimento della macchina fotografica durante lo scatto e un accurato lavoro di post-produzione. In “Future & The City” è come se gli edifici appartenessero a un’unica grande città che è nello stesso tempo sintesi e manifesto dell’immaginario architettonico e urbano dell’uomo contemporaneo.
La duplice mostra rimarrà allestita dal 26 ottobre al 12 novembre presso la sala Veruda (Passo Costanzi 2) ed è organizzata dall’associazione culturale dotART con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e delle Fondazioni Casali, in coorganizzazione con il Comune di Trieste.
Orari di apertura: tutti i giorni 10.00-13.00 / 17.00-20.00. Ingresso gratuito.
GLI AUTORI
Giorgio Galimberti nasce a Como il 20 marzo 1980. Figlio d’arte, è da sempre appassionato di fotografia. Circondato dalla presenza e conoscenza di grandi Maestri, Giorgio carpisce e fa suo un certo tipo di visione che, nel momento di riprendere la macchina in mano, gli consente di definire una propria cifra stilistica chiara e ben delineata. Intorno ai trent’anni le sue esperienze e conoscenze si trasformano in una consapevolezza di linguaggio che gli permette di affacciarsi al mondo autoriale con maturità tecnica e compositiva.
I suoi riferimenti hanno sicuramente influito nella definizione del proprio linguaggio: Robert Frank, Robert Doisneau e Mario Giacomelli su tutti.
Le sue immagini esulano dai soliti canoni fotografici, unendo diversi generi, partendo dalla street photography, declinata in una visione incentrata su contrasti ed un uso della luce moderno e attuale.
Negli anni successivi è presente in diverse mostre collettive. Nel 2014 le prime esposizioni personali che lo portano ad essere presente al MIA Fair 2015 con la galleria DaDA East di Milano.
Nel maggio 2015 la prima mostra a Milano, alla galleria Expowall. Dal titolo “Tracce Urbane” e curata da Maurizio Rebuzzini, l’esposizione fa parte del circuito espositivo milanese PhotoFestival.
Sempre nel 2016, due riviste storiche del settore gli dedicano un portfolio che conferma la crescita e maturazione fotografica: FOTOgraphia, aprile 2016 e FOTOGRAFIA Reflex, giugno 2016.
A fine 2016 diverse le mostre personali, la più significativa al Leica Store di Firenze con un progetto chiamato “Q”, realizzato interamente con Leica Q, che conferma l’adattabilità e semplicità del fotografo nell’utilizzo di apparecchi diversi, senza esulare dal proprio linguaggio; successivamente inaugura presso DaDA East di Milano la sua personale con il progetto inedito “Tribute to Mitoraj”.
Nel 2017 inaugura presso la prestigiosa gipsoteca del “Liceo artistico di Porta Romana” a Firenze la sua mostra dedicata allo scultore polacco, inoltre numerose collaborazioni e mostre in programma per l’anno in corso. Dal 2017 è membro del collettivo “Italian street photography”.
Roberto Polillo, milanese, classe 1946, ha fotografato, negli anni ’60, oltre un centinaio di concerti di jazz, realizzando una galleria molto completa di ritratti dei più noti musicisti dell’epoca. A commissionargli i servizi era il padre Arrigo, allora direttore della rivista Musica Jazz e oggi considerato il più importante storico di musica jazz in Italia. Esposte in numerose mostre personali, in esposizione permanente alla Fondazione Siena Jazz, le sue foto sono utilizzate ancora oggi in riviste, libri, CD e magazine online. Nel 2006 sono state raccolte nel libro fotografico “Swing, Bop & Free”, edito dalla Marco Polillo Editore. Nel 2016, in una mostra omonima in onore del padre, sono state esposte al Base Milano nell’ambito di JazzMi.
A partire dagli anni ’70 Polillo si è dedicato all’informatica come imprenditore e docente universitario. Solo da una decina d’anni ha ripreso a occuparsi attivamente di fotografia avviando una ricerca personale nell’ambito della fotografia digitale con tecnica di ripresa ICM – Intentional Camera Movement. Nel 2016 ha pubblicato il volume “Visions of Venice” (Edizioni Skira), dedicato a Venezia e realizzato tutto con immagini scattate con tecnica ICM. Nel corso del 2016 la mostra omonima è stata esposta prima ai Tre Oci della Giudecca e poi alla Fondazione Stelline di Milano.