Nell'ambito di Trieste Photo Fringe, che racchiude gli eventi "fuori festival" di Trieste Photo Days, mostra personale "Spazio, linea, colore" di Andrea Bertani
Un linguaggio atipico caratterizza il lavoro di Andrea Bertani volto a svelare i dettagli delle architetture moderne dalle quali estrapola una porzione di spazio, rivelandone esistenze di linee e di forme che altrimenti la percezione visiva difficilmente riuscirebbe a catturare.
Non un gioco affidato puramente al mezzo fotografico, ma una scelta maturata dall'autore dopo un'osservazione del particolare che, nel divenire quotidiano, diventa altro, e che lo stesso uso delle tonalità pastello esalta, restituendo una diversa consapevolezza dello stesso spazio.
Una ricerca fotografica dove la distanza tra soggetto e punto di vista viene superata dal vagheggiamento nell' inseguire e superare quello che può essere definito anacronistico. Bertani propone un approccio libero nella ricerca delle forme dell’abitare, nuovo nel modo di relazionarsi con la città e di integrarsi in essa grazie ad un mirino più attento: non il tutto ma il particolare, non lo spazio
ma il colore, non il caos ma il silenzio.
Spazio, linea e colore, invisibili agli occhi dei passanti frettolosi, irrompono nel quotidiano, adattandosi a stili di vita diversi e alle funzioni urbane sollevando dubbi, domande su come e quanto queste possano incidere sullo sviluppo della città e del suo avanzamento.
Le architetture della modernità italiana sono figlie del futuro pensato nel presente, edifici dalla coerenza formale, a volte guardati con pregiudizi, a volte come piacevoli scoperte inattese. Un vero e proprio repertorio di soluzioni spaziali inedite, dove gli uomini vivono ma non appaiono, ci sono ma non parlano poiché in balia della frenesia cittadina.
Un documento urbano che si offre al fotografo per condividere pensieri legati al vivere nella città, tra le sue architetture e sospesi tra le sue complessità.
Fotografare le architetture così intese non è certo reportage, né documentazione ma è il far ricorso al non esibito, un metaforizzare il reale che, grazie alle variazioni tonali, diviene concettualmente opere d'arte, a costo però di saper guardare oltre.
Alfiuccia Musumeci
La mostra sarà visitabile durante gli orari di apertura del locale.