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La mostra “Life’s a Beach” di Martin Parr al Museo Revoltella

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Domenica 27 ottobre 2019 alle 12 sarà inaugurata presso il Civico Museo Revoltella l’imperdibile mostra Life’s a Beach di Martin Parr, realizzata dal Comune di Trieste in collaborazione con il festival Trieste Photo Days 2019 e Magnum Photos. Martin Parr in persona sarà presente all’inaugurazione, subito dopo l’incontro con il pubblico che terrà alle 11 presso l’Auditorium del Museo.

La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio 2020 dal mercoledì al lunedì (martedì chiuso) con orario 9-19.

  • Biglietteria +39 040 6754350
  • biglietteriarevoltella@comune.trieste.it

Life’s a Beach
Sul suolo del Regno Unito è impossibile trovarsi a più di 120 chilometri di distanza dal mare. Con un tale sviluppo costiero, non sorprende il fatto che in Gran Bretagna le foto in spiaggia rappresentino una tradizione ben radicata. Sulle spiagge britanniche le persone si rilassano, si sentono sé stesse e fanno sfoggio di tutti quei segnali del comportamento vagamente eccentrico che viene associato agli abitanti di quel paese. Se negli Stati Uniti vi è una tradizione consolidata di street photography, nel Regno Unito c’è… la spiaggia.
Da diversi decenni le fotografie di Martin Parr documentano tutti gli aspetti di questa tradizione, con primi piani di bagnanti intenti a prendere la tintarella, ma anche immagini che raccontano i tuffi in mare o l’immancabile picnic.
La carriera internazionale di Parr è stata lanciata dal suo noto libro del 1986, The Last Resort (titolo che suona più o meno come “l’ultima spiaggia”), che ritraeva la decadenza delle spiagge di New Brighton, località turistica vicino a Liverpool. Tuttavia, meno noto è il fatto che la sua ossessione si sia estesa al resto del mondo. In questa nuova collezione troviamo fotografie scattate anche in paesi lontani quali Cina, Argentina e Tailandia. Pubblicato nel 2012 in occasione di una mostra presentata per la prima volta al Lyon Photo Festival, questo libro dimostra l’impegno di Parr nei confronti del suo soggetto preferito, in cui le assurdità e bizzarrie dei comportamenti nazional-popolari si fondono perfettamente. Ci diletteremo nel vedere come i vari paesi dell’America Latina presentino un senso della moda da spiaggia completamente differente, dai costumi succinti del Brasile alle riserve naturali del Messico, fino al momento dell’infuso chiamato “mate” che si beve in Uruguay.
Non poteva mancare l’aspetto commerciale, dal momento che la spiaggia è da sempre uno dei luoghi dove si può trovare in vendita praticamente qualsiasi cosa, dai servizi di un “pulitore di orecchie” a Goa, India, al pesce grigliato in Cile, ma anche gli spaghetti precotti in Cina. In questo libro Parr dà il meglio di sé, confermando i cliché, sorprendendoci con immagini che catturano istanti di assurdità, ma sempre traendo godimento dai rituali e dalle tradizioni che si associano alla vita da spiaggia in giro per il mondo.


Perché a Trieste?
A Trieste, città dove il mare è parte integrante del DNA dei suoi abitanti, una sorta di beach therapy, citando Martin Parr, componente essenziale dell’identità triestina, la mostra Life’s a beach documenta la ricerca antropologica del fotografo inglese nei confronti di un’umanità colta nel momento in cui ha la guardia abbassata.
Il fotografo documentarista britannico, come lui stesso si definisce, per vocazione e passione, ci propone un viaggio esplorativo, caratterizzato da tecniche diverse, ma sostenuto da un unico desiderio: carpire e capire ciò che accade nel nostro mondo impregnato di cultura consumistica, progressivamente consumato dall’imbarazzante perdita del buon gusto e del senso del limite. Il paesaggio sociale è il palese oggetto del suo desiderio fotografico. Allo specchio è l’opulenta società occidentale, con i suoi tic, cliché, e stereotipi.
Dalle foto degli anni Ottanta, caratterizzate da un colore saturo, grandangolo e flash sparato, a quelle della metà degli anni Novanta, in cui utilizza l’obiettivo macro e il ring flash, sino alle più recenti in cui non disdegna l’utilizzo del teleobiettivo, Martin Parr colleziona bagni di ogni luogo, indifferenziati per la gestualità maldestra, scomposta, a volte volgare, rappresentata.
Consapevoli che si deve fotografare il presente perché il presente passa e le foto restano documenti preziosi, accettiamo l’invito a naufragare in questo mare, naturalmente predisposti a condividere il suo sguardo grottesco, ironico, irriverente e non imparziale.


Martin Parr (1952-) ha pubblicato oltre 100 volumi e curato altre trenta pubblicazioni. Curatore del Festival di Fotografia di Arles nel 2004 e della Biennale di Fotografia di Brighton nel 2010, è membro dell’Agenzia Magnum dal 1994, rivestendo la carica di Presidente dal 2013 al 2017.
Nel 2013 Parr è visiting professor di Fotografia all’Università di Ulster. Le sue opere sono esposte nei maggiori musei, dalla Tate Modern, al Pompidou e al Museo di Arte Moderna di New York. Nel 2017 ha creato la Martin Parr Foundation.


Photo: GB. England. Kent. Margate. 1986 – © Martin Parr / Magnum Photos

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