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Mariagrazia Beruffi vince la prima edizione del “TPD Portfolio”

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Il progetto “Tornare” della fotografa triestina Mariagrazia Beruffi ha vinto la prima edizione del TPD Portfolio, selezione fotografica basata su letture di portfolio aperte al pubblico.

La selezione si è svolta nell’ambito di Trieste Photo Days 2018 nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 ottobre 2018. La Commissione dei Lettori era composta da Orietta Bay, Tullio Fragiacomo, Monica Mazzolini e Fulvio Merlak.

Il portfolio di Mariagrazia Beruffi, incentrato sulla tragedia degli esuli istriani, sarà esposto all’edizione 2019 del festival. La commissione ha commentato così la sua scelta. «Riusciranno mai le ferite inferte dalla guerra a rimarginarsi? Riusciranno mai i due personaggi di questa storia a lenire il dolore che li pervade al ricordo della loro giovinezza soffocata dalla paura e dalla fuga verso un futuro ignoto? Le immagini di quest’opera sembrano non lasciare spazio per un finale idillico e sereno. E l’Autrice riesce a rappresentare in modo ammirevole il significato del rimpianto e della sofferenza di chi, a distanza di settant’anni, rivive la malinconia di ciò che poteva essere e non è stato.»

Il secondo premio spetta a “Gluck auf raibl” del fotografo sloveno Peter Fettich, ambentato alle Cave del Predil. «Per la capacità, attraverso l’utilizzo del Bianco&Nero e della scelta compositiva, di descrivere sia attraverso una fotografia di documento che emozionale, la desolazione ed il tempo sospeso di un Paese che un tempo era luogo di lavoro e di vita. Oggi poche luci e pochi segni dell’uomo restano testimonianza della memoria.»

Terzo posto a “Kabristan – Land of graves” dell’udinese Simone Mestroni, un progetto che si innesta su una ricerca etnografica in Kashmir, zona contesa tra India e Pakistan. «Un reportage che, con immagini dalla forte potenza comunicativa, raccontano il dramma esistenziale degli abitanti di un Paese travagliato e scosso dalla violenza della guerra e al contempo ne raccolgono il desiderio di ritrovare l’equilibrio perduto.»

Segnalato anche “Planet Island” dell’abruzzese Antonio Tartaglia, con la seguente motivazione: «Per aver interpretato l’Islanda (il cui nome deriva da Norreno ovvero “Terra ghiacciata”) rinunciando ai facili stereotipi e alla ricorrente iconografia. L’utilizzo di un Bianco&Nero molto marcato trasforma le forme dell’aspra natura in un percorso di attimi di chiari/scuro nei quali ritrovare l’ancestrale e soverchiante energia della natura.»

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